alluce valgo cosa sapere

Alluce valgo: cosa devi sapere

Tutte noi conosciamo l’alluce valgo, l’antiestetica deformità del primo dito del piede, detto anche cipolla o patata, ma sappiamo come gestire questa deformità nel modo migliore per noi?

Ti spiegherò tutto in questo articolo: cause, diagnosi e trattamento.

L’alluce valgo è una patologia soprattutto femminile, sembra che ne soffra il 40% delle donne, soprattutto in età matura.

Si parla di alluce valgo quando il primo dito del piede devia lateralmente verso le altre dita, favorendo la formazione di una protuberanza ossea alla base del dito.

Diciamo subito che una volta che la deformità si è instaurata non regredisce più, può, eventualmente, peggiorare.

Fra i fattori predisponenti la familiarità, il piede piatto, e, particolarmente importante, la pronazione del piede in carico, vale a dire l’appoggio soprattutto sulla parte interna del piede quando ci mettiamo il peso corporeo.

In questo caso il peso cade sulla parte interna e sull’alluce invece che sul secondo metatarso, costringendo l’alluce in valgismo.

Vi invito a fare questo esercizio per verificare la veridicità di quanto vi ho detto: mettetevi su un piede e cercate di appoggiare il peso del corpo sul bordo laterale del piede, contraendo contemporaneamente i glutei.

Potrete notare come in questa posizione ci sia meno stress sull’alluce e come questo sembri più dritto.

Ci sono poi le malattie reumatologiche come l’artrite reumatoide che possono portare all’insorgenza dell’alluce valgo.

Le calzature con la punta stretta e con il tacco alto non sono delle vere cause dell’alluce valgo, ma possono essere una concausa. Indossare calzature di questo tipo costringerà l’alluce nella posizione di valgismo che non migliora certamente la situazione.

L’alluce valgo è stato diagnosticato anche in persone che non utilizzano questo tipo di calzature. Pensate che in Giappone fino al1940 non esisteva questo tipo di patologia, ed è insorta con l’iniziare ad usare le scarpe occidentali.

Come potete capire il dibattito sulle calzature come causa dell’alluce valgo è ancora fonte di discussione.

Quando l’alluce valgo diventa patologico: cosa fare

Fino a quando la deformità nella parte interna dell’alluce è minima e indolore non ci sono problemi e non c’è l’indicazione ad alcun tipo di trattamento.

Eventualmente potete fare l’esercizio che vi ho prima descritto per rinforzare l’arco plantare e ridurre il carico e lo stress sul primo metatarso.

L’evoluzione della malattia non è per tutti uguale, ci sono persone in cui la deformità rimane minima e non dolorosa durante tutto l’arco della vita e altre  in cui la modificazione ossea e l’acuirsi del dolore sono repentini e la limitazione funzionale oltre al disagio per il dolore, richiedono un precoce intervento chirurgico. 

Quando la deformità diventa più manifesta e dolorosa la cosa diventa problematica.

Le cose da fare sono tutte volte alla riduzione del dolore, alcune sono anche molto limitanti.

Vi faccio un esempio: per evitare il dolore dovreste stare in piedi il meno possibile e quando lo fate dovreste indossare calzature comode (scarpe con pianta larga e tacco alto pochi centimetri). Ma quante di noi reputano questa una soluzione accettabile?

Altre soluzioni per il dolore sono:

  • l’uso di plantari;
  • l’assunzione di antinfiammatori;
  • esercizi di fisioterapia;
  • ghiaccio.

Come vi ho già detto non c’è una regressione della patologia nemmeno con questi piccoli aiuti che, al massimo, possono ridurre il dolore momentaneamente, ma non definitivamente.

Se esiste una limitazione funzionale oltre al dolore l’intervento chirurgico è l’unica chance.

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Alluce valgo: quale intervento chirurgico

Sentire parlare di intervento chirurgico ci fa rizzare i capelli in testa, affidarsi a qualcuno e non sapere come saranno i risultati è il terrore di tutti quelli che hanno bisogno di farsi operare.

Nella mia esperienza di fisioterapista purtroppo ho visto anche persone che hanno avuto scarsi risultati, vuoi perché le aspettative erano diverse, vuoi perché non ci siamo affidati ai medici giusti, vuoi perché la cura del paziente nel postoperatorio è stata deficitaria.

Quindi la prima cosa da fare è scegliere chi si prenderà cura del nostro problema con professionalità, efficienza e grande esperienza.

Uno dei centri più importanti per la cura delle patologie del piede in Italia è la Clinica Dorsay Milano. Qui operano chirurghi ortopedici che si occupano del piede con professionalità e competenza, il cui direttore sanitario, il dottor Giuseppe Lucattelli, è stato uno dei primi a portare la tecnica percutanea in Italia, apportando dei miglioramenti con la sua esperienza ventennale.

A questo punto vi starete chiedendo cosa è la tecnica percutanea.

Questa tecnica permette attraverso piccoli fori di intervenire sulla deformità, senza bisogno di placche o viti. Il post operatorio per questo motivo sarà molto meno doloroso, tanto che molto spesso non c’è bisogno nemmeno di antidolorifici e migliore la mobilità dell’alluce e del piede in generale. 

In cosa consiste l’intervento?

Attraverso il foro si lima la protuberanza alla base dell’alluce e viene poi fatto un piccolo taglio nell’osso che permette di riallinearlo. 

A questo punto si applica una fasciatura contenitiva che tenga l’osso in questa posizione  fino a quando non si è saldato. Immaginate che lì ci sia una frattura, dobbiamo aspettare il tempo necessario al consolidamento che è di circa 30-40 giorni.

Dopo poche ore dall’intervento il paziente può alzarsi e camminare da solo, senza l’ausilio di stampelle e indossando delle scarpe appositamente utilizzate per il postoperatorio, che vi verranno fornite direttamente dalla clinica.

Ecco cosa succede nel post operatorio: 

  • per 40 giorni si indossano le scarpe (tipo sneakers) fornite dalla clinica. In questo periodo, ci saranno delle visite di controllo durante il quale il chirurgo sostituirà la fasciatura e vi darà anche indicazioni sul cambio delle solette, necessario per la corretta ripresa;
  • dopo i 40 giorni si può tornare ad indossare le vostre scarpe purché comode;
  • al 40° giorno il paziente potrà togliersi da solo la fasciatura contenitiva;
  • dopo tre mesi circa è possibile indossare scarpe con tacco.

Questo in linea di massima, ma ogni persona è una storia a sé e la gravità della patologia può richiedere tempi minimamente diversi che il chirurgo vi prospetterà durante la visita.

Ricordatevi che l’intervento all’alluce valgo è un intervento chirurgico e, come in tutti gli interventi, ci sono dei tempi biologici da rispettare, cercare di accelerare i tempi senza tener conto delle indicazioni del chirurgo non è consigliabile.

Mi auguro che queste informazioni vi siano utili per avere più chiaro il problema dell’alluce valgo e la sua gestione. 

Per qualsiasi chiarimento o approfondimento non esitare a contattare direttamente la Clinica Dorsay cliccando qui o chiamando il numero verde 800 200 868

Blog post in collaborazione con Clinica Dorsay.

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